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Mobbing sul lavoro, esempi, frasi tipiche e come dimostrarlo

Mobbing sul lavoro, significato, esempi, atteggiamenti e frasi tipiche. Come difendersi dal mobbing sul lavoro, come dimostrarlo e farsi tutelare e risarcire

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Mobbing sul lavoro, esempi, frasi tipiche e come dimostrarlo

Il mobbing sul lavoro è un fenomeno assai diffuso e, ahinoi, in continua crescita.

Il mobbing in ufficio è un problema serio che danneggia non solo le vittime, ma anche la cultura aziendale e la produttività complessiva

Nostro malgrado ci troviamo a trattare questo spinoso argomento dopo aver ascoltato, purtroppo, tanti racconti da parte dei nostri utenti.

Tanti racconti che avevano molto spesso un comune denominatore, gli episodi vessatori più o meno espliciti e fenomeni ben definiti di mobbing sul lavoro.

Per questo abbiamo deciso di intervenire.

E lo vogliamo fare non solamente raccontando con un linguaggio semplice cosa sia il mobbing sul lavoro.

Ma, anche, cercando di accendere una luce su questo comportamento scorretto posto in essere da datori di lavoro e colleghi.

Atteggiamenti scorretti e infidi, volti a minare la serenità psicologica di chi li subisce.

Abbiamo, dunque, deciso di mettere a tua disposizione una linea telefonica di consulenza legale dedicata proprio al tema del mobbing sul lavoro, con specifiche professionalità in materia di diritto del lavoro.

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Il Mobbing sul Lavoro

Cerchiamo di fare il punto della situazione focalizzando l’attenzione su tutto ciò che è utile sapere su questo fenomeno.

Il mondo sta divenendo sempre più frenetico e, purtroppo, anche nevrotico.

Questo in tutti gli ambiti, nessuno escluso.

Quindi, anche in quello del lavoro.

E non a caso si stanno verificando con maggior frequenza episodi di aggressività e nervosismo, atteggiamenti vessatori attuati dal datore di lavoro nei confronti dei dipendenti o, persino, tra colleghi.

Episodi che, fondamentalmente, spingono quasi sempre la vittima di turno ad ingegnarsi su come cambiare lavoro e nel minor tempo possibile.

Ma cambiare lavoro, oggi, è cosa sempre più difficile e, di conseguenza, nella maggior parte dei casi ci si ritrova a rimanere “bloccati” e senza via d’uscita.

Una situazione che definire “frustrante” è davvero riduttivo.

Può dunque capitare che l’impiego tanto a lungo cercato e faticosamente conquistato o il team con il quale si lavora e con il quale si passa la maggior parte della giornata, arrivi a rappresentare un vero e proprio incubo per il lavoratore.

In alcuni casi, tali atteggiamenti e comportamenti possono arrivare a sfociare in “mobbing” (approfondisci la definizione su Wikipedia).

Una parola che è diventata tra le più cliccate del web e tra le più gettonate nella giurisprudenza degli ultimi anni, anche se non tutti sanno bene cosa significhi.

Definizione di mobbing sul lavoro

Definizione di Mobbing

Mobbing è un termine inglese che proviene dal dal verbo “to mob”, che letteralmente può essere tradotto con “attaccare” oppure “aggredire”.

Nella fattispecie si intende un atteggiamento aggressivo che si manifesta non solo dal punto di vista verbale ma anche attraverso azioni concretamente discriminatorie.

Quindi, se contestualizziamo questo concetto nell’ambito lavorativo, potremmo con certezza affermare che per mobbing si intende:

una serie di atteggiamenti e comportamenti di tipo aggressivo o persecutorio che vengono messi in atto sul posto di lavoro nei confronti di un collega o di un dipendente, per emarginarlo e colpirlo volontariamente, ossia con l’intenzione di porlo in uno stato di grave disagio.

Per poter costituire ipotesi di mobbing, gli atti vessatori devono essere:

  1. Mirati
  2. Sistematici
  3. Continuativi

Esempi di Mobbing sul Lavoro

Le sfaccettature di come si verifichi questo fenomeno sono davvero numerose.

Qualche esempio:

  • Isolare sistematicamente un dipendente o un collega
  • Escludere il lavoratore da riunioni, progetti o da corsi di aggiornamento
  • Renderlo bersaglio di pettegolezzi volti a mirarne la reputazione
  • Assegnarlo a mansioni dequalificanti e svilenti o a carichi di lavoro ingestibili
  • Negare sistematicamente permessi, ferie o benefit

Ovviamente questi sono solo alcuni esempi di un fenomeno che presenta innumerevoli sfaccettature.

Talmente variegato da potersi racchiudere difficilmente in schemi preconfezionati, sebbene molte condotte vessatorie ricorrano con maggiore frequenza rispetto ad altre.

Mobbing orizzontale e verticale

I fenomeni di mobbing possono avvenire sia da parte di colleghi del lavoratore sia da soggetti che occupano gradi diversi nella scala gerarchica.

Nel primo caso si può parlare di mobbing orizzontale.

Il mobbing orizzontale si verifica quando a comportarsi in modo vessatorio o persecutorio siano persone dello stesso grado o livello della vittima.

Che cos'è il mobbing orizzontale

Nel caso in cui, invece, gli atti persecutori provengano da un superiore o da un sottoposto, si parla di mobbing verticale.

Il mobbing verticale avviene, quindi, quando questo tipo di comportamento è messo in atto:

  • Dal superiore in grado, verso un subordinato (mobbing discendente)
  • Oppure da un subordinato, verso un superiore in grado (mobbing ascendente)

Che cos'è il mobbing verticale

Mobbing e frasi psicologiche sul lavoro

Quali sono i primi segnali di sospetto di essere vittima di mobbing sul lavoro?

I più eclatanti possono arrivare nel momento in cui, sul luogo di lavoro, si sentano pronunciare delle frasi ingiuriose riguardanti la propria mansione o i risultati del proprio lavoro.

Ecco alcune tra le frasi di mobbing più ricorrenti e spiacevoli raccontante dai nostri utenti:

  • “sei un incapace”
  • “non sai che combinare guai”
  • “non andrai mai da nessuna parte se lavori in questo modo”
  • “ma come hanno fatto ad assumerti qui”
  • “come al solito, hai dimostrato di essere un incapace nel gestire questa situazione”
  • “hai ottenuto questa promozione solo grazie a chissà quale raccomandazione”
  • “non so come tu faccia a stare qui con le tue capacità così scarse”
  • “i tuoi errori costano troppo alla nostra azienda, sei un peso”
  • “la tua presenza qui è un mistero, non hai nulla da offrire”
  • “chi ti ha mai pensato come candidato per questo lavoro? Sembri completamente fuori posto”
  • …e potremmo andare avanti all’infinito

Queste sono solo alcune delle più tipiche espressioni che provano a ferire e colpire l’animo del lavoratore vittima di mobbing.

Ovviamente, a queste espressioni verbali possono accompagnarsi comportamenti e decisioni lavorative piuttosto opinabili:

  • un taglio dello stipendio ingiustificato e improvviso
  • lo spostamento in un ufficio o in un’ala della struttura isolata, buia o trasandata

Altri atteggiamenti tipici, facilmente identificabili, sono:

  • l’esclusione da ogni progetto aziendale
  • il divieto di raggiungere le zone di aggregazione e pausa durante la giornata lavorativa (mensa, bar e simili)

Infine, fare sempre attenzione a eventuali cambiamenti di ruolo durante la propria permanenza presso un’azienda, fabbrica o ufficio che sia.

Ciò, specialmente se i propri compiti abituali vengano sostituiti da mansioni più denigranti, difficoltose o addirittura umilianti.

Maltrattamenti Psicologici sul Posto di Lavoro

I maltrattamenti psicologici sul posto di lavoro rappresentano una forma insidiosa di abuso che può lasciare cicatrici profonde sul benessere emotivo e mentale dei lavoratori.

A differenza del mobbing, che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti vessatori sistematici e ripetuti nel tempo, i maltrattamenti psicologici sul posto di lavoro possono anche verificarsi in maniera meno visibile e più subdola, rendendoli particolarmente difficili da identificare e contrastare.

Caratteristiche dei Maltrattamenti Psicologici

Questi maltrattamenti si caratterizzano per le loro molteplici manifestazioni, che includono ma non si limitano a:

  • Comunicazione ostile
    Commenti denigratori, sarcasmo, critica costante e non costruttiva, comunicazione ambigua o esclusiva che induce confusione e insicurezza
  • Manipolazione psicologica
    Alterazione della realtà con l’intento di confondere o destabilizzare la vittima, fenomeno definito col nome di gaslighting, ovvero far dubitare la vittima della propria sanità mentale
  • Esclusione e isolamento
    impedire attivamente alla vittima di partecipare a incontri o attività lavorative, esclusione dalle decisioni o dalle comunicazioni rilevanti
  • Sovraccarico di lavoro
    Assegnazione di compiti irrealistici con scadenze impossibili, spesso senza il necessario supporto o risorse
  • Minaccia alla professionalità
    Messa in discussione delle competenze e dell’integrità professionale senza motivo, svalutazione dei successi e delle capacità

Doppio Mobbing: la depressione

Una delle conseguenze più importanti del mobbing sul posto di lavoro può essere, ovviamente, uno status depressivo cui viene indotto il lavoratore.

Il livello depressivo può raggiungere anche quello che è definito dagli psicologi il doppio mobbing.

Questo accade nel momento in cui:

  • La persona non riesce a trovare la serenità sul luogo di lavoro a causa dei continui maltrattamenti subiti (verbali, psicologici o, in alcuni casi, fisici)
  • E non riesce a trovarla neppure in casa, con la propria famiglia, non avendo modo di staccare completamente da quello stato d’ansia accumulato durante le ore lavorative

Ricorrenti diventano gli sfoghi contro moglie, figli o genitori del proprio stress, rompendo i delicati equilibri del nucleo familiare e creando conflittualità anche nella propria abitazione.

Una situazione estremamente difficile, dunque, cui si deve porre rimedio nel più breve tempo possibile.

Per evitare il doppio mobbing è fondamentale che il lavoratore sia il più aperto e sincero possibile con la propria famiglia, sfogandosi qualora ne abbia bisogno.

Il Mobbing sul lavoro è reato oppure no?

Attualmente, non esiste una normativa ad hoc volta a punire il mobbing come reato.

Tuttavia, anche in ragione del fatto che le azioni costituenti mobbing sono molteplici, queste ultime potrebbero spesso integrare reati già disciplinati dal codice penale

Questo vale:

  • sia dal punto di vista della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro
  • sia dal punto di vista della tutela del singolo come persona e lavoratore

Ad esempio:

  • violenza privata (art.  610 c.p.) nel caso in cui si costringano altri, con violenza o minaccia, a fare o tollerare qualcosa
  • minaccia (art. 612 c.p.) qualora si prospetti alla vittima un danno ingiusto o future conseguenze negative
  • lesioni personali dolose o colpose (art. 582 e 590 c.p.) nel caso il mobber arrivi a ledere l’integrità psicofisica del lavoratore
  • violenza sessuale (609 bis c.p.) nel caso in cui i comportamenti vessatori assumono risvolti sessuali, invasivi della sfera sessuale di una persona senza il suo consenso
  • abuso d’ufficio (323 c.p.) nel caso in cui gli atteggiamenti prevaricatori siano posti in essere da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio nello svolgimento delle loro funzioni

Sono tutte situazioni che, come detto, possono costituire la fattispecie di mobbing sul posto di lavoro.

Ma, al fine di costituire reato, devono:

  1. attuarsi in modo sistematico e prolungato
  2. e con l’intento persecutorio da parte del mobber di ledere la personalità o l’integrità psicofisica del lavoratore

Come difendersi dal mobbing

La cosa fondamentale, prima di rivolgersi a un avvocato per poter portare avanti la propria causa per mobbing, è:

  • dimostrare di essere stati vittima di comportamenti minacciosi, vessatori e denigratori sul posto di lavoro

Quindi bisogna, innanzitutto, documentare l’accaduto attraverso tutti i mezzi a disposizione.

Ogni documento proveniente dall’azienda, che si tratti di comunicazioni scritte, di buste paga con annotazioni e via dicendo, diventa una prova fondamentale a favore del lavoratore vittima di mobbing.

Bisogna conservare anche qualsiasi conversazione con colleghi o superiori avvenuta per iscritto, ad esempio attraverso:

  • servizi chat come Messenger o Whatsapp
  • SMS
  • e-mail

Mobbing sul lavoro e Social Media

Anche i social possono essere probanti di comportamenti riconducibili ad ipotesi di mobbing:

è fondamentale catturare le schermate di eventuali post o commenti denigratori, che siano insulti o minacce, ovviamente con fini persecutori e vessatori.

Se possibile, poi, è utile trovare colleghi che vogliano testimoniare in un futuro processo a proprio favore.

Purtroppo non è assolutamente facile né scontato che questo accada, specialmente per la paura di essere oggetti a propria volta di comportamenti discriminatori sul posto di lavoro.

Infine, le richieste di giorni di malattia, le cartelle cliniche o i certificati medici, specie quelli in cui si hanno diagnosi, attestazioni di cure mediche o psicologiche intraprese a causa di questi atti subiti sul posto di lavoro:

  • Sono tutte carte probanti che devono essere portate in Tribunale nel momento di un’eventuale azione processuale

Se si è vittima di mobbing, dunque, è fondamentale denunciare immediatamente il fatto per evitare conseguenze più gravi.

Mobbing: Consulenza e Assistenza legale

Per meglio chiarire alcuni aspetti squisitamente giuridici legati ai fenomeni di mobbing sul lavoro, riportiamo la recente intervista fatta all’avvocato Roberto Dimitrio, nostro consulente in materia di diritto del lavoro.

I nostri utenti che abbiano la necessità di avvalersi di una consulenza legale in materia di lavoro e, in particolare, nella tutela dei diritti del lavoratore, possono contattare con fiducia i nostri consulenti legali:

  • Studio Legale Rossi – Dimitrio – Monaco
  • Info line  06.800.75.396 

Perché affidarsi ad un avvocato esperto in mobbing e diritto del lavoro?

Per prima cosa NON CONSIGLIAMO ogni eventuale ipotesi di “fai da te“.

Avere una tutela legale evita di incappare in errori procedurali, talvolta grossolani.

Parliamo di errori che potenzialmente possono precludere alla vittima non solamente la possibilità di vedersi riconosciuti i propri diritti.

Ma anche e soprattutto di vedersi respingere un eventuale risarcimento economico derivante dall’atto vessatorio del committente.

Attenzione, dunque, alle azioni da intraprendere.

Esistono i professionisti per questo.

Mobbing sul lavoro a chi rivolgersi

Per ottenere giustizia ci si può rivolgere ad alcuni enti, come:

  • le organizzazioni sindacali
  • le forze dell’ordine, ad esempio denunciando a Polizia di Stato o Carabinieri i comportamenti subiti sul luogo di lavoro per avviare, in caso di riscontro, le necessarie indagini
  • le associazioni di categoria a difesa dei lavoratori, che garantiscono, al pari dei sindacati, sia supporto psicologico alla vittima di mobbing, sia legale, attraverso consigli su come agire dal punto di vista giuridico

In tutti i casi dimostrati di mobbing, poi, si può fare richiesta di un risarcimento per danni, sia patrimoniali che non patrimoniali.

I primi sono quelli quantificabili direttamente da somme di denaro spese, come ad esempio quelle per medici, psicologi o avvocati che sono stati consultati durante il periodo in cui si era vittima di atti persecutori e vessatori a lavoro.

I secondi, invece, riguardano le lesioni psico-fisiche procurate e altri diritti violati dai comportamenti di mobbing che sono, invece, difesi dalla Costituzione.

Ci auguriamo di aver fornito qualche indicazione in più ai molti, anzi troppi, che soffrono quotidianamente situazioni spiacevoli sul posto di lavoro.

Cambiare lavoro è certamente una delle opzioni ma lo è anche opporsi a questo sistema “malato” per vedersi riconosciuti i propri diritti.

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Come già ribadito, consigliamo di intraprendere eventuali azioni solo dopo attenta valutazione e solo in presenza delle giuste tutele.

Vanno assolutamente evitati i gesti istintivi.

Piuttosto parlarne può aiutare ad esternare il malessere che si sta vivendo.

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